La città di Bengasi, seconda più grande del paese, si prepara a un importante percorso di rinascita grazie alla partecipazione attiva dell’Italia nel progetto di ricostruzione della sua storica Città Vecchia. Durante un convegno di studi organizzato dal Municipio di Bengasi in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia, sono stati discussi i piani per il recupero di circa 170 edifici storici, molti dei quali gravemente danneggiati durante gli eventi bellici degli ultimi anni.
Una città storica e simbolica sotto attacco
Tra gli edifici più segnati dalla guerra si trova il Palazzo di Al Manar, luogo simbolo della proclamazione dell’indipendenza della Libia nel 1951, e oggi tristemente danneggiato e inagibile. Il Consolato Generale d’Italia, proprietà italiana e sede diplomatica, ha subito ingenti danni al suo grande edificio, anch’esso vittima dei bombardamenti e degli scontri armati.
Il convegno ha visto la partecipazione di accademici ed esperti italiani provenienti da università di rinomato calibro — tra cui Brescia, Roma La Sapienza e Venezia — nonché di rappresentanti delle associazioni di cooperazione Italia-Libia e della Regione Emilia-Romagna. Gli interventi si sono concentrati sulle opportunità offerte dai metodi di restauro italiani, sulla tradizione e innovazione nel settore, e sull’importanza di preservare il carattere storico-polico dell’area.
Il valore storico dell’architettura di Bengasi
Il console italiano a Bengasi, Carlo Batori, ha sottolineato come molti degli edifici presenti nella Città Vecchia siano esempi unici di architettura ottomana e italiana nel Mediterraneo. Batori ha espresso fiducia che le autorità libiche proporranno un piano di ricostruzione rispettoso delle caratteristiche originali, affinché questa zona possa continuare a rappresentare un importante fulcro sociale ed economico per Bengasi e l’intera Libia.
Contesto politico e sfide attuali
Al di là degli aspetti storici e di riconciliazione culturale, la situazione politica in Libia resta complessa. Da settimane, il paese vive una realtà con due governi paralleli, un ostacolo enorme per il processo di stabilizzazione e riconciliazione. Il sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari Politici, Rosemary DiCarlo, ha recentemente ammonito il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla necessità di portare a termine il ritiro di mercenari e forze straniere dal territorio libico, e di avviare un percorso elettorale inclusivo che possa mettere fine alle divisioni interne.
DiCarlo ha anche evidenziato come l’assenza di un progresso politico e di un’impostazione stabile possa alimentare nuove spinte di conflitto, minacciando la possibilità di una pacificazione duratura e di uno sviluppo reale. In questo contesto, il supporto internazionale, come quello dell’Italia, assume un ruolo cruciale non solo nella ricostruzione delle infrastrutture, ma anche nel sostenere un percorso di stabilità e di riconciliazione sociale.
L’impegno italiano nella ricostruzione della Città Vecchia di Bengasi rappresenta un segnale forte di solidarietà e di interesse verso la crescita culturale e sociale della Libia. Mantenendo vivo il patrimonio storico di questa città simbolo dell’indipendenza, si auspica un rilancio tra passato e presente, volto alla costruzione di un futuro di pace e stabilità per Bengasi e per l’intero paese.
