Il 25 agosto, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti al Parlamento indonesiano a Jakarta per protestare contro l’aumento delle indennità d’alloggio destinate ai parlamentari. La misura proposta arriva in un momento in cui il presidente Prabowo sta attuando una serie di tagli, in particolare all’istruzione e alla sanità.
L’aumento ha quindi scatenato l’indignazione della popolazione. Numerose dimostrazioni si sono tenute in diverse città del Paese, e, nella capitale, sono degenerate in violenze dopo la morte di un rider 21enne, ucciso dalla polizia.
L’episodio ha provocato un’escalation: altre 4 persone sono rimaste uccise negli scontri e la rabbia della piazza si è trasformata in una caccia ai membri del parlamento e del governo, con numerosi edifici pubblici presi di mira da incendi e devastazioni.
Prabowo, che ha annullato la sua partecipazione alla parata militare a Pechino per affrontare la crisi interna, domenica ha ordinato alle forze di sicurezza di reprimere le proteste. “Ci sono segni di atti illegali, che potrebbero condurre ad atti di terrorismo e alto tradimento” ha dichiarato il presidente, aggiungendo di aver incaricato polizia ed esercito di “agire con la massima fermezza contro la distruzione di uffici pubblici, saccheggi e incendi”.
Tuttavia, le proteste sembrano aver sortito l’effetto desiderato: Prabowo ha poi annunciato il ritiro della proposta di aumentare le indennità parlamentari, assicurando che avrebbe avviato le indagini sull’uccisione del rider 21enne. Una vittoria per i manifestanti, quindi, che sono riusciti ad impedire l’approvazione della misura.
Non sono mancate le reazioni internazionali: le Nazioni Unite hanno richiesto un’inchiesta in merito all’uso della violenza da parte della polizia, mentre Human Rights Watch ha accusato le autorità indonesiane di fare un uso eccessivo della forza contro le proteste.
