Il 14 maggio 1948, subito dopo la proclamazione dello Stato di Israele, il Presidente Harry S. Truman fu il primo leader mondiale a riconoscerne la sovranità, appena undici minuti dopo la nascita del nuovo Stato. Le relazioni diplomatiche ufficiali iniziarono qualche mese dopo, con la presentazione delle credenziali dell’ambasciatore statunitense James Grover McDonald, il 28 marzo 1949.
Consolidamento e Crescita
Negli anni successivi, gli USA firmarono vari accordi: nel 1952, il Mutual Defense Assistance Agreement; nel 1956 fu istituito il programma Fulbright; nel 1962, sotto Kennedy, arrivarono i primi significativi aiuti militari. Nel pieno della Guerra Fredda, quasi tutti gli Stati Uniti, come parte della loro strategia antisovietica, supportarono Israele. Dopo la Guerra dei Sei Giorni (1967), la cooperazione militare si intensificò; Lyndon Johnson fu il primo a garantire a Israele una Qualitative Military Edge (QME).
Maturazione della “Special Relationship”: Pace, Economia e Alleanza strategica
Il termine “special relationship” fu coniato da Kennedy e sancito da decenni di alleanza strategica. Nixon e Carter approfondirono la partnership, con importanti svolte: nel 1979, gli Accordi di Camp David (tra Israele ed Egitto), firmato sotto la presidenza di Jimmy Carter, rappresentò un traguardo storico. Nel 1981, fu firmato lo Strategic Cooperation Agreement, una Memorandum of Understanding che sanciva cooperazione militare, esercitazioni congiunte e supporti reciproci. Nel 1985, gli USA e Israele siglarono il libero scambio commerciale, il primo del genere per gli Stati Uniti. Negli anni Novanta, con Clinton, gli USA facilitarono il processo di pace, inclusi gli Accordi di Oslo (1993), ma spesso furono criticati per assumere un ruolo troppo favorevole a Israele.
Formalizzazione e Sostegno Continuo
Nel 1999 fu sancito un impegno statunitense di almeno 2,7 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari, cifra che è salita fino a circa 3 miliardi entro il 2019. Il Congresso ha avuto un ruolo chiave: lo status di “Major Non-NATO Ally” fu concesso nel 1985 e rafforzato con numerosi programmi bilaterali in difesa, scienza, agricoltura, cybersicurezza e scambio tecnologico. Nel 2022, Biden e il Premier israeliano Lapid promossero la Jerusalem U.S.–Israel Strategic Partnership Joint Declaration, riaffermando l’impegno strategico tra i due Stati.
La situazione di oggi: tensioni e rinegoziazioni
Nonostante la solida base storica, tensioni sono emerse di recente. In particolare, sotto l’amministrazione Trump, si nota uno spiazzamento politico di Israele: omissione dai viaggi diplomatici, esclusione da negoziati chiave e un approccio più pragmatico verso altri Paesi arabi. Il conflitto in Gaza ha ulteriormente riacceso i dissesti: l’amministrazione USA ha espresso frustrazione per la durata e l’approccio della guerra; l’US-Israel alliance, seppure formalmente solida, mostra segnali di scricchiolii politici legati a divergenze strategiche.
La relazione tra Stati Uniti e Israele si fonda su un riconoscimento storico immediato, sviluppatasi in un’alleanza strategica duratura, arricchita da cooperazione militare, economica e tecnologica. I presupposti di questa collaborazione sono rimasti saldi nel tempo, tuttavia, i contesti politici contemporanei—con conflitti regionali e cambi internazionali—mettono alla prova questa “special relationship”, rendendola un equilibrio sempre più complesso da gestire.
