Dopo gli attacchi israeliani sul territorio iraniano di giovedì 12 giugno e la conseguente risposta di Teheran, diversi Paesi asiatici hanno espresso preoccupazione per una possibile escalation del conflitto. La reazione più attesa era certamente quella di Pechino, che si è subito schierata contro gli attacchi dell’IDF.
La Cina si oppone ad ogni violazione della sovranità, sicurezza e integrità territoriale dell’Iran.
ha dichiarato il portavoce Lin Jian durante una conferenza stampa.
E’ contraria ad ogni forma di escalation e allargamento del conflitto.
Lin Jian
ha poi aggiunto. Lin ha inoltre sottolineato che Pechino è pronta a svolgere un ruolo attivo e “costruttivo” per contribuire a fermare gli scontri.
L’Iran rappresenta un asset strategico fondamentale per la Cina, essendo uno dei principali fornitori di petrolio e gas, risorse fondamentali per garantire la sicurezza energetica cinese.
Tra gli altri Paesi che hanno condannato esplicitamente agli attacchi israeliani, figurano anche Malaysia, Indonesia, Giappone e Pakistan.
Il Primo Ministro malaysiano Anwar ha apertamente sostenuto la posizione iraniana, criticando anche il silenzio dei Paesi europei.
Molte nazioni europee hanno condannato le azioni iraniane. Ma quando Israele ha lanciato i suoi attacchi, sono rimasti in silenzio. Non condivido questa visione.
ha dichiarato.
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Anche il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba ha espresso una dura condanna nei confronti di Israele, definendo gli attacchi come “totalmente intollerabili” e “estremamente deplorevoli”. “È necessario evitare qualsiasi azione che possa provocare un’ulteriore escalation” ha detto Ishiba durante una conferenza stampa. Una posizione condivisa anche dal Ministro degli esteri Takeshi Iwaya, che ha ribadito la necessità di “massima moderazione”.
Il Ministro degli esteri indonesiano Sugiono ha preso le difese dell’Iran, affermando che gli attacchi israeliani rappresentano
Una chiara violazione del diritto che minaccia i fondamenti del sistema legale internazionale.
Sugiono
Sugiono ha poi esortato tutte le parti a risolvere pacificamente il conflitto, nel rispetto del diritto internazionale.
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Con toni ancora più duri, il ministro della difesa pakistano, Khawaja Asif, ha lanciato un appello all’unità della Ummah (mondo musulmano) contro l’aggressione israeliana. “Se rimaniamo in silenzio e disuniti oggi, allora tutti diventeranno obiettivi” ha affermato a Dunya News.
Più neutrali le reazioni di Corea del Sud, Singapore e Australia, che si sono limitate a esprimere preoccupazione e invitare sia Tel Aviv che Teheran ad evitare un’escalation del conflitto.
Gli ultimi sviluppi mostrano come la posizione del governo Netanyahu goda quasi esclusivamente del sostegno di qualche partner occidentale, in particolare di alcuni Paesi europei e degli Stati Uniti. In Asia, il sostegno all’Iran appare più ampio, con numerose dichiarazioni di condanna nei confronti delle azioni israeliane.