Berlino – Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha svelato il più ambizioso piano di riarmo della Germania dal dopoguerra: 377 miliardi di euro per trasformare la Bundeswehr nella “più potente armata convenzionale d’Europa”. Un programma mastodontico di 39 pagine, visionato da Politico, che ridefinisce la postura militare tedesca in un contesto di crescente instabilità internazionale.
Il piano, che sarà dettagliato nel bilancio federale 2026, copre tutti i domini operativi – terra, aria, mare, spazio e cyber – e prevede 320 nuovi progetti di armamenti e attrezzature. Molte delle iniziative non hanno ancora una scadenza precisa, ma il quadro è chiaro: la Germania si prepara a una trasformazione profonda e duratura delle proprie forze armate.
Industria tedesca al centro del riarmo
Il cuore del piano è la filiera industriale nazionale, con la Rheinmetall in posizione dominante. Il colosso della difesa tedesca guiderà 53 programmi per un valore complessivo di 88 miliardi di euro, tra cui la produzione di 687 veicoli da combattimento Puma (662 in versione da battaglia) entro il 2035 e 561 torrette Skyranger 30 per la difesa anti-drone.
Segue la Diehl Defence, che si aggiudica 21 linee di produzione per 17,3 miliardi di euro, concentrandosi sul sistema missilistico IRIS-T SLM: 14 batterie e 696 missili che costituiranno “la spina dorsale della difesa aerea tedesca”, secondo i documenti interni citati da Politico.
Anche il comparto dei droni e quello spaziale giocano un ruolo cruciale. Berlino investirà 14 miliardi di euro in satelliti geostazionari e 9,5 miliardi per una costellazione in orbita bassa, pensata per garantire connettività sicura e resiliente a interferenze. Tra i nuovi sistemi figurano i droni Heron TP armati (100 milioni), 12 LUNA NG (1,6 miliardi) e 4 uMAWS per sorveglianza marittima (675 milioni).
Solo il 5% all’estero: la Germania resta “sovrana”
Appena il 5% della spesa sarà destinato a forniture straniere, per un totale di 14 miliardi di euro. Si tratta di acquisizioni strategiche, in gran parte dagli Stati Uniti:
- 15 F-35 di Lockheed Martin (2,5 miliardi) per le missioni nucleari;
- 400 missili Tomahawk Block Vb (1,15 miliardi) e 3 sistemi Typhon (220 milioni) con capacità di strike fino a 2.000 km;
- 4 velivoli da pattugliamento marittimo P-8A Poseidon (1,8 miliardi).
Queste commesse, tuttavia, implicano controlli USA sulla manutenzione e sulla gestione dei dati operativi, un punto che continua a sollevare dibattito tra i fautori dell’autonomia strategica europea.
Un riarmo fuori dal “freno al debito”
Merz ha ottenuto l’autorizzazione a escludere le spese per la difesa dal rigido freno al debito tedesco, seguendo la scia del fondo speciale da 100 miliardi di euro lanciato da Olaf Scholz nel 2022 dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Il nuovo schema, però, va ben oltre: non si limita a un fondo straordinario, ma proietta la Germania verso una politica di difesa permanente e strutturale, con una spesa militare che resterà alta anche nel medio e lungo periodo.
Merz: “Serve la più potente armata d’Europa”
“La Germania intende costruire la Bundeswehr nella più potente armata convenzionale d’Europa, fornendole tutte le risorse finanziarie necessarie”, ha dichiarato Merz lo scorso maggio, anticipando l’impianto del piano.
Una visione che riflette la volontà di Berlino di riassumere un ruolo di primo piano nella sicurezza europea, dopo anni di sottoinvestimenti e dipendenza dagli alleati NATO.
Le implicazioni geopolitiche
Il piano Merz rappresenta una svolta epocale per la Germania e per l’Europa. Da un lato, rilancia l’industria bellica tedesca come motore dell’autonomia strategica continentale; dall’altro, consolida il legame con Washington attraverso forniture chiave e interoperabilità militare.
Per i partner europei, in particolare Francia e Italia, la sfida sarà duplice: integrare la nuova potenza militare tedesca in un quadro di difesa comune e, al tempo stesso, evitare squilibri che potrebbero alterare gli equilibri interni dell’UE.
Una Bundeswehr rinnovata per un’epoca di incertezza
Dai carri armati ai satelliti, dai droni ai missili, la Germania si prepara dunque a un riarmo su scala industriale. La Bundeswehr, spesso criticata per carenze logistiche e operative, è chiamata a diventare entro il prossimo decennio una forza moderna, autonoma e tecnologicamente avanzata.
Il messaggio politico è chiaro: Berlino non vuole più essere il “gigante economico e il nano militare” d’Europa, ma il suo principale garante di sicurezza.
