La Guerra delle Malvinas (o Guerra delle Falkland, secondo la dominazione britannica) fu un conflitto armato combattuto tra Argentina e Regno Unito nel 1982 per il controllo delle isole Malvinas, un arcipelago dell’Atlantico meridionale. Sebbene la guerra durò poco più di due mesi, ebbe profonde implicazioni politiche, diplomatiche e militari, lasciando un’eredità storica ancora oggi controversa.
Contesto storico
Le isole Malvinas erano state contese per secoli. Originariamente furono esplorate da francesi, spagnoli e britannici nel XVIII, divennero oggetto di disputa tra il Regno Unito e la nascente Repubblica Argentina (ex colonia spagnola) nel XIX secolo. Nel 1883, il Regno Unito occupò le isole, espellendo le autorità argentine e insediando una presenza permanente. Da allora, l’Argentina ha sempre rivendicato la sovranità sull’arcipelago. Nel corso del XX secolo, la disputa rimase principalmente diplomatica, ma la situazione cambiò radicalmente all’inizio degli anni Ottanta.
Le cause della Guerra delle Malvinas
Nel 1982, l’Argentina era governata da una Giunta militare autoritaria guidata dal Generale Leopoldo Galtieri. La crisi economica, l’instabilità politica e le crescenti proteste sociali spinsero il regime a cercare un consenso patriottico attraverso una crisi simbolica: la riconquista delle Malvinas. Il 2 aprile 1982, le truppe argentine sbarcarono sulle isole e presero il controllo, quasi senza incontrare resistenza, proclamando il ritorno dell’arcipelago sotto la sovranità argentina. Il Regno Unito, sotto il governo di Margaret Thatcher, reagì immediatamente, considerandolo un atto di aggressione. Il Regno Unito organizzò rapidamente una forza di spedizione navale per riconquistare le isole. La guerra si combatté prevalentemente via mare e via aria, ma culminò con feroci combattimenti terrestri nelle colline attorno alla capitale delle isole, Port Stanley.
Eventi significativi della Guerra delle Malvinas includono:
- L’affondamento dell’incrociatore argentino ARA General Belgrano da parte del sottomarino britannico HMS Conqueror (2 maggio).
- L’affondamento del cacciatorpediniere britannico HMS Sheffield da parte di un missile Exocet argentino (4 maggio).
- La battaglia di Goose Green (27–28 maggio), una delle prime grandi vittorie terrestri britanniche.
- La resa argentina il 14 giugno 1982, dopo 74 giorni di conflitto.
Conseguenze politiche della Guerra delle Malvinas
Per l’Argentina la sconfitta accelerò il crollo della Giunta Militare del Generale Videla, che fu rovesciata nel 1983. La guerra contribuì al ritorno della democrazia, ma lasciò un profondo trauma nazionale. Ancora oggi, le Isole Malivnas, restano parte integrante dell’identità e della politica estera argentina. Per il Regno Unito la vittoria rafforzò il governo della Thatcher, che ottenne un ampio sostegno popolare. La guerra evidenziò anche l’importanza strategica delle isole e rilanciò l’interesse britannico per l’Atlantico Meridionale. La popolazione delle Falkland, composta prevalentemente da discendenti britannici, ribadì il desiderio di restare sotto sovranità britannica. Nel 2013, un referendum confermò questa volontà con oltre il 99% dei voti.
La disputa oggi dopo la Guerra delle Malvinas
Nonostante la guerra sia finita da oltre 40 anni, la questione della sovranità delle Malvinas resta irrisolta. L’Argentina continua a reclamarle nei fori internazionali, mentre il Regno Unito rifiuta di negoziare, sostenendo il diritto all’autodeterminazione degli abitanti. La scoperta di risorse naturali nella zona, come il petrolio, ha ulteriormente complicato la situazione.
La Guerra delle Malvinas fu un conflitto breve ma significativo, in cui si intrecciarono nazionalismo, politica interna e rivalità storiche, Ancora oggi, rappresenta una ferita aperta per l’Argentina e un simbolo di orgoglio per il Regno Unito, mantenendo viva una disputa che sembra lontana da una risoluzione definitiva.
