Negli ultimi anni, la Russia ha rafforzato il proprio ruolo in Libia, sostenendo attivamente le forze di Khalifa Haftar, il comandante dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) e principale protagonista dell’est del paese. Questa partnership strategica si inserisce in un quadro di rivalità geopolitica più ampio, che vede Mosca competere con altre potenze regionali e occidentali per influenzare il futuro della Libia.
Il sostegno russo si manifesta principalmente attraverso la presenza di mercenari e consulenti militari, molto spesso associati al Gruppo Wagner, una compagnia privata russa nota per le sue operazioni all’estero. Questi uomini forniscono addestramento alle truppe di Haftar, assistenza in campo logistico e strategico, oltre a contribuire con armamenti e mezzi militari. La loro presenza ha avuto un ruolo chiave nelle più recenti offensive di Haftar, in particolare nel tentativo di conquistare Tripoli e altre aree controllate dai governi rivali.
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L’intervento russo in Libia mira a rafforzare la presenza di Mosca nel Mediterraneo, garantire interessi energetici e contrattuali, e aumentare la sua influenza nella regione. La collaborazione con Haftar rappresenta anche un modo per sfidare l’influenza turca, che sostiene il governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj, rafforzando così la posizione della Russia tra le potenze coinvolte nel conflitto.
La presenza militare russa in Libia ha suscitato preoccupazioni a livello internazionale, specialmente tra gli decisori europei e statunitensi, che temono un’escalation del conflitto e una destabilizzazione più ampia della regione. Tuttavia, Mosca continua a mantenere una posizione ambigua, cercando di consolidare la propria influenza senza compromettere troppo le relazioni con altri attori coinvolti.
In sintesi, il supporto russo a Khalifa Haftar rappresenta un elemento fondamentale nello scenario libico attuale, influenzando gli equilibri di potere e disegnando le future dinamiche di pace e guerra nel paese. Resta fondamentale monitorare l’evoluzione di questa presenza strategica e le sue ripercussioni sulla stabilità regionale.