Il contesto della crisi e l’Operazione Entebbe
Il 27 giugno 1976, un aereo Air France con 248 persone a bordo venne dirottato da un gruppo di terroristi palestinesi e tedeschi provenienti dalla Fazione Rosse. Dopo il dirottamento, il volo fu forzatamente deviato all’aeroporto di Entebbe, in Uganda, sotto il controllo del dittatore Idi Amin. La situazione si inasprì ulteriormente quando i rapitori minacciarono di uccidere gli ostaggi se le richieste non fossero state soddisfatte: la liberazione di alcuni prigionieri palestinesi in Israele e la possibilità di un riscatto.
La pianificazione dell’intervento
Di fronte a questa crisi internazionale, Israele decise di intervenire con un’operazione militare clandestina, molto rischiosa per tutti i coinvolti. La missione, che prese il nome di “Operazione Entebbe” o “Operazione Thunderbolt“, prevedeva un colpo di mano audace: un raid di circa 100 soldati delle forze speciali, operativi in condizioni estremamente complesse, in territorio ugandese.
La pianificazione, durata settimane, prevedeva voli di clandestinità, l’utilizzo di un aereo trasporto rifornito, e un’accurata coordinazione tra i diversi partner militari israeliani.
L’azione e il successo dell’Operazione Entebbe
Il 4 luglio 1976, alle prime ore del mattino, i commandos arrivarono a Entebbe, procedendo con un’ischemica rapidità e precisione. La squadra sgomberò l’aeroporto, neutralizzando i terroristi e liberando tutti gli ostaggi. Nonostante alcune perdite – un soldato israeliano e alcuni ostaggi uccisi durante lo scontro – l’operazione fu un successo totale: 102 minuti dalla partenza al ritorno, senza perdite tra gli ostaggi.
L’Operazione Entebbe rappresentò una vittoria simbolica per Israele, che dimostrò di poter affrontare e sconfiggere il terrorismo internazionale anche in condizioni estremamente difficili. Il successo militare rafforzò il senso di sicurezza nazionale e influì sulle strategie antiterrorismo in tutto il mondo.
Eredità e riflessioni
Ancora oggi, l’Operazione Entebbe resta un esempio di operazione speciale, studiata e ammirata per la sua pianificazione e realizzazione. Tuttavia, sollevò anche riflessioni sul diritto internazionale e sulla legittimità di interventi militari in territori stranieri.
Il blitz di Entebbe si concluse con la liberazione di 102 ostaggi e la sconfitta di terrorismo e diktat sanguinosi. Resta un emblema di coraggio, ingegno e determinazione di uno Stato che non si arrende, anche davanti alle sfide più dure.