venerdì, Novembre 14

World & Politics

L’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) è stata fondata nel 1969, in seguito all’incendio della moschea di Al-Aqsa, con l’obiettivo di unire e rappresentare i Paesi musulmani nel mondo. Conta oggi 57 membri ed è la seconda organizzazione intergovernativa più grande dopo l’ONU. Sebbene si occupi di diplomazia, diritti umani, educazione e sviluppo, l’OIC è spesso criticata per la sua scarsa efficacia pratica, a causa delle divisioni interne tra gli Stati membri. Nonostante ciò, resta un’importante piattaforma di dialogo e cooperazione nel mondo islamico.

Dopo anni di negoziati sotto la mediazione statunitense, Libano e Israele hanno finalmente raggiunto un accordo sul confine marittimo, risolvendo una disputa che durava da oltre dodici anni. Questo accordo, incentrato sulle ambite risorse di gas naturale nel Mediterraneo orientale, non solo apre la strada a nuove opportunità economiche ma rappresenta anche un’importante mossa verso la stabilizzazione di relazioni tese. Anche se una normalizzazione diplomatica completa resta lontana, questa intesa segna un passo significativo verso un futuro di relazioni più costruttive nella regione.

Nonostante il crescente dibattito sulla necessità di diversificare le catene di approvvigionamento di minerali critici, la Cina si conferma come il principale protagonista mondiale nel settore. La sua capacità di consolidare il controllo su ogni fase della filiera, dal sourcing alla raffinazione, sta ampliando il divario rispetto a Stati Uniti, Europa e altri paesi ricchi di risorse. Questa concentrazione di potere non solo ridefinisce il panorama commerciale globale, ma solleva importanti interrogativi sul futuro della transizione energetica e delle tecnologie strategiche.

Il vertice della NATO tenutosi all’Aia ha rappresentato uno degli eventi di massima importanza internazionale, attirando l’attenzione non solo per le discussioni strategiche, ma anche per le eccezionali misure di sicurezza messe in campo. La città olandese ha infatti messo in atto un’imponente operazione militare e di polizia denominata “Orange Shield” per garantire la protezione di capi di stato, di governo e delle loro delegazioni durante i due giorni di incontri.