All’inizio del XX secolo, la Cina si trovava in una fase di profondo turbinio politico e sociale. Il paese, allora sotto il nome di Celeste Impero con capitale Pechino, stava lentamente vacillando sotto la pressione delle potenze occidentali e del Giappone, che si erano infiltrate nel territorio cinese attraverso trattati ineguali e concessioni economiche. Tra gli eventi più drammatici di questa fase di crisi emerge la rivolta dei Boxer, un episodio che rappresentò uno dei primi grandi segnali di nazionalismo e resistenza contro le ingerenze straniere.
I Boxer, officially conosciuti come “Società di Difesa della Quarta Notte” e ufficialmente denominati “Ragazzi di Righteous Harmony” dai loro ideologi, erano una società segreta con una forte connotazione reazionaria e antimperialista. La loro azione principale era quella di opporsi alle influenze straniere, alle chiese cristiane e alle missioni religiose, che consideravano simboli dell’imposizione culturale e politica occidentale. La rivolta dei Boxer scoppiò nel 1899 e raggiunse l’apice nel 1900, quando centinaia di boxer si sollevarono contro le istituzioni straniere, i diplomatì, gli imprenditori e i gesuiti presenti nella città proibita.
Il conflitto si infiammò con violenze e scontri sanguinosi, culminando nel famoso assedio della legazione internazionale a Pechino, dove diplomatici occidentali, civili e militari si trovarono per mesi sotto assedio, affrontando rapimenti e attacchi. La risposta internazionale non tardò ad arrivare: formatesi le due coalizioni delle potenze coinvolte (tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Russia e altre), si mobilitarono per schiacciare definitivamente la rivolta dei Boxer. Nel settembre 1900, le truppe alleate estesero l’offensiva, mettendo fine al movimento Boxer e punendo duramente gli insorti.
L’esito della rivolta dei Boxer fu devastante: migliaia di Boxer furono uccisi, altri incarcerati, e Pechino fu sottoposta a pesanti sanzioni e concessioni. La rivolta dei Boxer segnò un punto di svolta nella storia moderna cinese, alimentando il nazionalismo e contribuendo a far emergere le forze rivoluzionarie che avrebbero poi portato alla fine dell’impero e alla nascita della Repubblica nel 1912. In tutto ciò, il movimento dei Boxer rimane ancora oggi un simbolo di resistenza e orgoglio patriottico, anche se sul piano politico e sociale il suo ruolo è spesso oggetto di controversie. La rivolta dei Boxer testimonia come, nel tentativo di difendersi dalle ingerenze straniere, una parte della popolazione cinese si sollevò in modo radicale, lasciando un’impronta indelebile nella storia di una nazione che, nei decenni successivi, avrebbe lottato per consolidare la propria identità e indipendenza.