Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, Mosca avrebbe stanziato circa 50mila soldati a meno di 20km da Sumy: capoluogo dell’omonimo oblast posto al confine fra i due paesi.
Perché Putin vuole Sumy?
La strategia russa è chiara sin dall’inizio. Mosca ritiene di dover allargare la propria “zona cuscinetto” ogni qualvolta che Kiev compie attacchi contro il suo territorio. Questa mobilitazione è stata resa possibile grazie alla liberazione del Kursk, regione che l’Ucraina aveva invaso il 6 Agosto del 2024. La controffensiva è stata un disastro annunciato e il caotico ritiro delle truppe ucraine ha fatto sì che molti soldati si siano trovati a difendere le regioni di confine senza trincee moderne o copertura aerea.
Mosca isolata? Macché!
La liberazione della regione di Kursk, che ha permesso al Cremlino di utilizzare risorse impegnate in quella zona sugli altri fronti di guerra, è stata resa possibile anche al contributo offerto dalla Corea del Nord. Pyongyang, infatti, inviò circa un migliaio di soldati nella regione a combattere al fianco delle truppe russe. Per alcuni una scelta strategica, mentre per altri una mossa propagandistica: volta a smentire agli occhi dell’opinione pubblica mondiale la narrazione secondo cui la Russia sarebbe “isolata”.
Il leader nord-coreano Kim Jong-un, durante un evento commemorativo per il primo anniversario della firma del Trattato di partenariato strategico tra i due paesi, è stato ritratto mentre era intento a piangere la scomparsa di uno dei soldati inviati a combattere nel Kursk. I media locali, inoltre, hanno diffuso video raffiguranti lo stesso Kim Jong-un mentre era intento ad approvare piani militari da attuare nella regione. Circa due settimane fa, il governo nord-coreano aveva inviato nell’oblast circa 1.000 sminatori e circa 5.000 operai militari per contribuire alla ricostruzione dell’area.
Trump vara le prime sanzioni?
Mentre Zelensky attende ancora i nuovi Patriot, promessa varata dall’amministrazione Biden e mai rispettata da quella Trump che sin qui non ha ancora approvato nuovi pacchetti di aiuti nei confronti di Kiev, l’intelligence ucraina trema. Secondo quanto riportato, in caso di conflitto nella regione di Sumy i russi avrebbero a disposizione il triplo dei soldati rispetto agli aggrediti. “Vogliono sfiancarci con la loro superiorità numerica” ha detto Oleksandr Syrskiy, comandante supremo delle forze armate ucraine.
“Questi numeri sono un problema enorme” ha aggiunto poi il comandante dell’unità Chimera, nome in codice Kappa.
I russi perdono fra i 300 e i 400 uomini al giorno nella regione, ma possono permetterselo. Le loro forze non sono sufficienti a sopraffarci del tutto, stiamo organizzando i nostri contrattacchi per respingere il nemico.
Nel tentativo di contenere l’inesorabile avanzata russa, Kiev ha dislocato lungo la linea del fronte a Sumy (che ora si è estesa fino a 1200km) alcune unità d’élite: come il gruppo Timur delle forze speciali Hur. Dei missili Patriot promessi neanche l’ombra dunque, ma nonostante ciò negli Stati Uniti qualcuno crede che Washington sia pronta ad inasprire le sanzioni.
Infatti, il senatore repubblicano Lindsey Graham ha riferito ad Abc che Donald Trump in persona avrebbe chiesto ai suoi compagni di partito di preparare nuove sanzioni contro la Russia: sarebbero le prime dall’insediamento del Tycoon alla Casa Bianca. “Approveremo la legge dopo la pausa di Luglio, poi il presidente deciderà se firmarla o meno” ha concluso. La legge citata da Graham, peraltro, prevederebbe anche dazi al 500% per tutti quei paesi (come per esempio la Cina e l’India) che continuano ad importare petrolio dalla Russia. Intervistato poche ore dopo da Bloomberg, Trump non ha commentato le dichiarazioni di Graham ma si è limitato ad affermare che “gli attuali prezzi del petrolio sono sufficientemente bassi e penso che questo basterà per spingere Putin alla tregua”.