A seguito dell’attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023, emerge come ancora non ci sia stata un’indagine ufficiale da parte dello stato ebraico.
Dopo più di un anno e mezzo, ci si domanda il perché della mancanza di una commissione d’inchiesta ufficiale. Infatti, ci sono state poche indagini, perlopiù separate e parallele tra i diversi organi. Una di queste è stata quella del revisore dei conti, che ispeziona e verifica le politiche e le operazioni del governo. Tuttavia, essendo la carica ricoperta da Matanyahu Englman, un forte sostenitore di Netanyahu, l’indagine si è fermata quasi subito. Un’altra indagine, circoscritta all’attacco al kibbutz di Beeri, è stata condotta dall’IDF, che ha affermato che la risposta era stata mal organizzata e troppo lenta.
Non solo. È notizia del 5 maggio 2025 il rifiuto del governo di Tel Aviv di una commissione d’inchiesta statale, proposta dalla procuratrice generale Gali Baharav-Miara. Quest’ultima ritiene che tale organismo, dotato di ampi poteri, sarebbe il più adatto ad affrontare le indagini (le quali devono, secondo lei, cominciare il prima possibile per evitare ulteriori danni d’immagine). Netanyahu, in un video in cui risponde alle domande poste dal suo ufficio stampa, ha affermato che la commissione sarà istituita, ma solo dopo la massiccia operazione militare nella Striscia di Gaza.
Ma qual è la grande differenza tra la commissione d’inchiesta statale e quella speciale, proposta da Netanyahu e dalla sua cerchia? In sostanza, la prima prevede membri nominati dal presidente della Corte Suprema, dotati di ampi poteri e soprattutto indipendenti dal potere politico; la seconda, invece, vedrebbe componenti nominati direttamente dai membri del Knesset. Quindi, è evidente come anche la costituzione di una commissione d’inchiesta si giochi sul piano politico. Yair Lapid, membro dell’opposizione sostiene:
«La catastrofe del 7 ottobre si ripeterà ancora e ancora […] se non indaghiamo sulle cause del disastro, non saremo in grado di imparare la lezione e di garantire che non accada di nuovo».
Yair Lapid
Molti politici e cittadini israeliani ritengono che una commissione d’inchiesta debba essere posticipata fino a quando la guerra non sarà conclusa, per evitare distrazioni e per concentrarsi sulla vittoria e sulla protezione dei cittadini israeliani. La priorità assoluta è il contrasto di Hamas, e ogni iniziativa che possa apparire come una critica interna al governo o all’esercito potrebbe essere vista come una divisione che indebolisce lo sforzo bellico.
In tutta la vicenda e il vuoto nella istituzione di una commissione di inchiesta israeliana preme evidenziare come pochi si siano assunti la responsabilità. Tra questi, Aharon Haliva, generale e capo dell’AMAN, che per primo ha rassegnato le dimissioni, il 22 aprile 2024; il 21 gennaio 2025 è stata la volta di Herzi Halevi, Capo di Stato Maggiore.