A margine del vertice è stata rilasciata una bozza congiunta, all’interno della quale non sono mancante sorprese. Infatti, per la prima volta dal 2022, la Russia non viene definita come “aggressore” nel documento. Il Cremlino viene sì citato nel testo, ma derubricato a semplice “minaccia da affrontare”. Sempre secondo Bloomberg, nemmeno la Cina figura all’interno del documento. L’assenza di Pechino dalla bozza è rilevante, considerando che nel comunicato del 2024 (quello dell’ultimo summit NATO) la Cina veniva indicata come “facilitatore” dell’aggressione russa. La sensazione è che l’Ucraina non sarà un tema centrale nel summit che si terrà il 24 e il 25 di Giugno a l’Aja, nei Paesi Bassi. Tutto ciò a meno di un anno dalla dichiarazione di “irreversibilità” circa il processo di adesione di Kiev all’alleanza, come esplicitato nel documento del 2024 e ribadito da Keir Starmer.
Una linea apparentemente non sconfessata dalla segreteria, con il Segretario Generale Mark Rutte che ci ha tenuto a ribadire come “l’assenza di Kiev dal documento non interferirà con il suo processo di adesione alla NATO” che l’ex premier olandese torna a definire come “irreversibile” . Ma allora cosa ci sarà nel comunicato del 2025? Stante che la versione finale del comunicato rimane “soggetta a variazioni”, sempre Bloomberg riporta come il focus sarà sull’ampliamento delle spese militari.
Trump intende ribadire ai paesi membri che dovranno alzare l’impatto della spesa militare sul PIL dal 2% (concordato nel 2014) sino al 5%. Pare anche che la mancanza di centralità dell’Ucraina nel summit sia volta a non esacerbare ulteriormente i rapporti fra gli USA e i loro alleati, con il Tycoon che non ha mai varato nuovi pacchetti di aiuti a Kiev dal suo insediamento e che sta gradualmente riducendo l’impatto dell’assistenza all’Ucraina di quelli varati da Biden (ma ancora in vigore) da qui ai prossimi anni.
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Queste variazioni sul tema hanno dato adito a numerose speculazioni, a partire dal fatto che gli USA si sarebbero opposti alla presenza di Zelensky al summit. Una posizione poi smentita dallo stesso Rutte ad alcuni media olandesi , ma che non cambia la sostanza delle cose. I paesi NATO sono “costretti” a smussare la propria postura comunicativa, onde non irritare l’oligarca dalla folta chioma bionda che spesso si è rifiutato di chiamare “aggressore” la Russia: cercando di convincerci che gli ucraini si fossero aggrediti da soli.