L’attacco aereo russo, che ha visto coinvolte Kiev e la parte meridionale di Odessa, è stato il peggiore dall’inizio del conflitto. Sette dei dieci distretti della Capitale ucraina sono stati colpiti dai bombardamenti, con il reparto maternità di un ospedale di Odessa “messo fuori uso” dalla pioggia di missili e droni. Due i morti accertati, mentre il numero delle vittime è ancora dibattuto. Reuters riporta come i feriti collaterali siano stati quattro, mentre RBC Ukraine (agenzia di stampa ucraina, ripresa anche da alcune emittenti nostrane) parla di quindici feriti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato l’entità degli attacchi subiti (“E’ stato uno degli attacchi più su larga scala subiti da Kiev negli ultimi tre anni”), ma non ha perso l’occasione per accusare Mosca di “abbattere gli sforzi degli Stati Uniti e del resto del mondo per raggiungere la pace”. Dimenticandosi che quella russa è stata una reazione all’operazione militare della scorsa domenica, quando l’intelligence ucraina (probabilmente con la complicità dei servizi segreti britannici) distrusse parte della deterrenza nucleare russa (una quarantina di caccia-bombardieri, anche se il numero esatto è ancora dibattuto) dopo aver bombardato alcune basi militari in Siberia e non solo.
Zelensky ha poi rinnovato l’invito ai suoi alleati di “costringere Putin alla pace”, mentre il ministro degli esteri ucraino Andrii Sybiha è tornato a chiedere il rinnovo delle sanzioni a Mosca (siamo già al 17esimo pacchetto di sanzioni varato dall’asse euro-atlantico) e il tanto agognato sistema di difesa anti-aereo. A dispetto di quanto affermato dalle autorità ucraine, nel corso dei bilaterali di Istanbul la delegazione russa ha consegnato al suo omologo ucraino un memorandum con le condizioni per la pace. Richieste che verranno, probabilmente, rifiutate da Kiev e dai suoi alleati occidentali, con i negoziati che sin qui (se si eccettua un massiccio scambio di prigionieri negli ultimi giorni) non hanno ottenuto i risultati sperati.
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