L’Unione Europea era nata dal sogno di una pace duratura e di unità politica in un continente lacerato dalla guerra. Eppure, nel pieno del XXI secolo, quel progetto sembra attraversare una crisi profonda. Oggi l’Europa sembra lontana dal mostrarsi come un attore geopolitico coeso, l’Unione Europea appare divisa, vulnerabile e spesso irrilevante nel confronto con le grandi potenze globali.
Crisi interna e perdita di coesione
La tenuta interna dell’Europa è messa a dura prova da una crescente divergenza politica tra gli Stati membri. L’ascesa dei nazionalismi, dei populismi e dell’euroscetticismo hanno minato l’idea stessa di integrazione europea. Governi come quello ungherese e slovacco, ma anche tendenze come quelle in Francia, Italia e Polonia, mostrano sempre più ostilità verso il compromesso europeo. A livello istituzionale, la necessità dell’unanimità in politica estera blocca sistematicamente l’azione comune, rendendo l’Unione Europea incapace di rispondere con rapidità ed efficacia alle crisi internazionali.
Minacce esterne e impotenza strategica
La guerra in Ucraina ha evidenziato la fragilità geopolitica europea. Di fronte all’aggressione russa, l’Europa ha risposto soprattutto a livello economico, mentre la difesa militare dell’Europa è stata affidata ancora una volta alla Nato, e quindi agli Stati Uniti. Sul fronte energetico, la dipendenza da Mosca ha mostrato il fianco più debole dell’Unione Europea: l’incapacità di garantire una sicurezza energetica comune. Nel Mediterraneo e in Africa, l’Europa ha accumulato molti insuccessi. Dalla Libia al Sahel, dalle migrazioni alla cooperazione allo sviluppo, le politiche europee risultano frammentarie, tardive e spesso inefficaci.
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In un mondo dominato dalla competizione tra Stati Uniti, Cina e Russia, l’Unione Europea fatica a trovare una collocazione autonoma. La sua politica estera e di sicurezza comune è più una promessa che una realtà. In assenza di una forza militare credibile, l’Europa può esercitare solo un soft power sempre più marginale.
Tentativi di reazione
Nonostante le difficoltà, l’Europa non è rimasta immobile a guardare. La “Bussola Strategica” del 2022, rappresenta un primo tentativo di rafforzare l’autonomia strategica europea in ambito militare e di sicurezza. A ciò si aggiungono iniziative come il “Global gateway”, pensato per offrire un’alternativa ai progetti cinesi della Belt and Road Iniziative. Anche la cooperazione internazionale ed il riarmo europeo stanno conoscendo una nuova spinta, soprattutto in risposta al conflitto ucraino. Tuttavia, questi processi restano lenti, ostacolati da interessi nazionali divergenti e dalla mancanza di una visione politica condivisa.
L’Europa di oggi è sostanzialmente ad un bivio storico. O riuscirà a rafforzare la propria coesione interna, a dotarsi di strumenti efficaci per agire nel mondo con una sola voce, oppure rischierà di diventare irrilevante in un’epoca dominata da potenze assertive a da continue crisi globali. La scelta è tra un’Europa che conta, anche militarmente, o un’Europa che assiste, divisa e marginale, al corso della storia.