Browsing: Pillole di Storia
Gli Accordi di Abrahamo rappresentano un’importante svolta diplomatica nel Medio Oriente, segnando la prima normalizzazione tra Israele e alcuni paesi arabi in oltre due decenni. Una svolta che potrebbe trasformare gli equilibri della regione.
La geopolitica studia le relazioni tra territorio, potere e risorse, aiutando a capire le dinamiche dei rapporti internazionali. È importante perché permette ai leader di prevenire conflitti e sviluppare politiche efficaci in un mondo sempre più complesso e competitivo.
Il conflitto tra India e Pakistan è uno dei più persistenti e complessi del panorama internazionale. Scaturito dalla fine del dominio britannico nel 1947, quando il subcontinente indiano fu diviso in due stati indipendenti, il conflitto ha trovato nel Kashmir il suo epicentro. Le tensioni religiose, le dispute territoriali, e lo sviluppo delle armi nucleari hanno ulteriormente aggravato le relazioni tra i due paesi, rendendo il dialogo una sfida continua. Attraverso una panoramica delle sue cause profonde, questo articolo analizza i principali fattori storici e politici che continuano a influenzare i rapporti indo-pakistani.
L’Operazione Litani, avviata da Israele nel 1978, fu una risposta diretta alla persistente violenza lungo il confine tra Libano e Israele. Questa operazione militare è stata condotta con l’obiettivo dichiarato di smantellare le basi delle organizzazioni palestinesi, principalmente l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che operavano nel sud del Libano e compivano attacchi contro il territorio israeliano.
Gli Accordi di Taif del 1989 furono negoziati e firmati sotto la supervisione della Lega Araba. Furono il risultato degli sforzi diplomatici delle principali fazioni politiche libanesi, con l’obiettivo di porre fine alla lunga e devastante guerra civile del Libano. Le principali fazioni coinvolte includevano leader cristiani e musulmani, che rappresentavano le varie comunità religiose e settarie del paese. L’Arabia Saudita, ospite delle negoziazioni nella città di Taif, giocò un ruolo significativo nel facilitare gli accordi, sottolineando il sostegno regionale per una soluzione pacifica al conflitto libanese.
L’Operazione Barkhane è una missione militare lanciata dalla Francia nel 2014 con l’obiettivo di contrastare l’espansione del terrorismo islamista nel Sahel, una regione dell’Africa occidentale particolarmente colpita da instabilità e conflitti armati. Integrando le risorse fornite dai paesi locali e dalle forze internazionali, l’operazione mira a stabilizzare l’area e prevenire la diffusione di gruppi estremisti verso l’Europa. Con il quartier generale situato a N’Djamena, in Ciad, Barkhane rappresenta un impegno significativo della Francia per sostenere la sicurezza e la governance nella regione, sebbene affronti critiche e sfide crescenti legate alla complessità geopolitica e alle dinamiche interne dei paesi coinvolti.
Era la notte del 25 marzo 1971 quando le luci si spensero a Dhaka, ma non per un blackout elettrico: fu l’inizio di un’oscurità ben più profonda, fatta di sangue, terrore e repressione. L’Operazione Searchlight, pianificata dall’esercito pakistano, mirava a soffocare nel sangue le richieste di autonomia del Pakistan Orientale. In poche ore, Dhaka divenne teatro di massacri indiscriminati, mentre il popolo bengalese veniva travolto da una violenza che avrebbe spinto milioni di persone alla fuga e dato avvio a una delle guerre più significative del XX secolo: la guerra per la nascita del Bangladesh.
Abdelaziz Bouteflika è stato una delle figure politiche più influenti dell’Algeria, noto per il suo ruolo cruciale nel consolidamento della pace dopo la guerra civile degli anni ’90. Presidente dal 1999 al 2019, Bouteflika ha guidato il paese attraverso un periodo di crescita economica legata alle risorse petrolifere, ma il suo lungo mandato è stato anche segnato da critiche sulla governance autoritaria e le accuse di corruzione. Le proteste popolari del 2019 riflettono le complessità del suo lascito, evidenziando le tensioni tra desiderio di stabilità e rinnovamento politico. La sua scomparsa nel 2021 ha chiuso un capitolo significativo nella storia dell’Algeria, lasciando aperti molti interrogativi sul futuro del paese.