14 giugno 2025 — La notte tra il 12 e il 13 giugno ha segnato una svolta drammatica nel quadro di tensione tra Israele e Iran, con un massiccio attacco militare israeliano contro obiettivi strategici in tutto il territorio iraniano. L’operazione, chiamata Rising Lion, ha suscitato allarme internazionale e riacceso i timori di un’escalation del conflitto nella regione del Medio Oriente.
Secondo le fonti ufficiali iraniane e israeliane, più di 100 obiettivi sono stati colpiti con oltre 330 munizioni lanciate dall’areonautica israeliana, coinvolgendo più di 200 aerei. Tra i bersagli principali, il cuore del programma di armi nucleari iraniane, tra cui l’impianto di arricchimento di Natanz, e infrastrutture militari di alto livello. Le aree di Tabriz e Shiraz sono state colpite in modo particolare, con incendi e danni visibili anche nelle zone periferiche.
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Le fonti iraniane riferiscono di almeno cinque morti e numerosi feriti, tra cui scienziati coinvolti nel programma nucleare. Tra le vittime confermate figurano figure di alto profilo tra cui il comandante in capo dei Guardiani della Rivoluzione Hossein Salami e altri dirigenti militari e scientifici. La campagna ha obiettivo, secondo Israele, di smantellare il cuore del programma nucleare militare iraniano e di impedire che Teheran acquisisca armi nucleari.
Reazioni ufficiali e implicazioni internazionali
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che i violenti attacchi continueranno “tutti i giorni necessari”, affermando che sono stati colpiti “il cuore del programma di arricchimento dell’uranio dell’Iran”. Le autorità israeliane sostengono che l’intervento mira a prevenire una minaccia nucleare ed eliminare figure chiave che operano dietro le quinte del programma iraniano.
Da parte iraniana, il governo ha denunciato l’offensiva come un atto di aggressione, chiedendo in maniera energica una condanna internazionale. La regione rimane in allerta, con molte nazioni e organismi internazionali che temono un’escalation del conflitto.
Le operazioni di Israele segnano una nuova, grave fase nel conflitto tra le due nazioni, con possibili ripercussioni che si estendono ben oltre i confini del Medio Oriente. La comunità internazionale osserva con preoccupazione: molte nazioni hanno espresso richieste di calma e di rispetto degli impegni diplomatici, mentre altri temono che questa escalation possa innescare una più vasta crisi regionale o addirittura un conflitto militare di più ampie proporzioni. In attesa di ulteriori sviluppi, la situazione rimane estremamente volatile e richiede un’attenzione costante da parte di tutti gli attori coinvolti.