La Corea del Sud sembra aver finalmente trovato l’equilibrio politico che cercava, dopo un lungo periodo di instabilità. Lunedì 3 giugno si sono tenute le elezioni presidenziali, che, come previsto dai sondaggi, hanno sancito la vittoria del candidato del Partito Democratico (DPK) Lee Jae Myung, con circa il 49% delle preferenze. Più distaccato il candidato conservatore del People Power Party (PPP) Kim Moon-soo, che si è fermato al 41%.
Lo scandalo che ha coinvolto l’ex Presidente Yoon (PPP) lo scorso dicembre sembra aver influito pesantemente sull’esito del voto. Sebbene il candidato conservatore abbia preso pubblicamente le distanze dal predecessore, il suo partito ha comunque subito il peso delle critiche, in particolare tra i giovani, che da tempo mostrano scetticismo nei confronti del partito e dei suoi dirigenti. Questo allontanamento era già emerso durante le elezioni politiche del 2024, dove il PPP di Yoon aveva perso la maggioranza in Parlamento.
Con questa vittoria, il DPK ottiene per la prima volta nella sua storia il controllo sia della Presidenza che del Parlamento, condizione che gli consentirà di portare avanti la propria agenda politica senza ostacoli, almeno fino alle prossime elezioni parlamentari nel 2028.
I risultati delle elezioni evidenziano un Paese diviso: le regioni occidentali (Seoul compresa) hanno votato in prevalenza per il candidato conservatore Kim Moon Soo, mentre le aree più orientali sono a favore del progressista Lee Jae Myung. L’obiettivo del nuovo Presidente sarà, quindi, cercare di ricucire una società sempre più polarizzata.
Avvocato di 61 anni, Lee Jae Myung aveva già corso alle presidenziali, sfidando l’ex Presidente Yoon nel 2022 e perdendo per pochi punti percentuali. Esponente dell’ala più progressista del partito, Lee ha basato la sua campagna elettorale sul tema delle energie rinnovabili, dei diritti dei lavoratori e soprattutto sulla ripresa delle relazioni con la Corea del Nord. Tra i suoi obiettivi, figura anche quello di allentare i rapporti con Pechino, pur mantenendo una salda alleanza con Stati Uniti ed Unione Europea.
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Il suo governo dovrà affrontare sfide importanti sia sul piano economico sia quello internazionale, soprattutto in un clima di incertezza alimentato dai dazi americani. A livello interno, le priorità saranno la crescente disoccupazione giovanile e un mercato immobiliare ormai fuori controllo. Durante la campagna elettorale, Lee ha anche promesso misure concrete a sostegno della classe media e delle fasce più povere.
La figura di Lee Jae Myung è stata al centro di diverse controversie giudiziarie: nel 2023, è stato accusato di corruzione e abuso d’ufficio per fatti risalenti al periodo in cui ricopriva il ruolo di sindaco di Seongnam. Lee ha sempre respinto ogni accusa, dichiarando che queste iniziative fossero volute dall’amministrazione Yoon per screditarlo. Nel 2024, il neo-Presidente è stato nuovamente indagato per corruzione, per un presunto piano del 2019 volto a trasferire fondi in Corea del Nord. Anche in questo caso, Lee Jae Myung ha negato il suo coinvolgimento, definendo “pura finzione” le accuse mosse dai procuratori. Nello stesso anno, Lee Jae Myung è stato vittima di un attentato, quando un uomo aveva tentato di accoltellarlo.
Nonostante queste presunte accuse, la sua elezione viene interpretata da molti osservatori come il tentativo di ritrovare stabilità, dopo mesi di turbolenze politiche.