Giovedì 17 luglio, il governo di Taiwan ha ordinato una serie di simulazioni di un possibile attacco aereo cinese durante questa settimana. Per la prima volta, le autorità hanno deciso di unire le esercitazioni militari a quelle di protezione civile, coinvolgendo l’intera popolazione.
Martedì, Mercoledì e Giovedì, alle 13.30, le sirene hanno risuonato in tutta Taipei e un messaggio è stato inviato ad ogni cittadino: “Il nemico ha lanciato un attacco missilistico verso il nord di Taiwan”. La città si è completamente fermata: autisti, lavoratori, turisti hanno tutti cercato riparo nella stazione della metropolitana più vicina. Ogni persona era tenuta a rimanere all’interno delle aree sotterranee per circa trenta minuti. Nella capitale, i soccorritori e i volontari si sono occupati di simulare l’evacuazione di scuole, stazioni e autostrade, allestendo alcuni punti di distribuzione per rifornimenti di emergenza. Nonostante lo stop forzato imposto dalle esercitazioni, queste sono spesso supportate ed accettate di buon grado dalla popolazione. “(Le esercitazioni) aiutano le persone a sentirsi più al sicuro e insegna loro come comportarsi in caso di vero attacco” hanno dichiarato diversi abitanti di Taipei al The Guardian.
Le esercitazioni sono ormai un appuntamento annuale e, di anno in anno, assumono un’importanza crescente, soprattutto a causa delle continue minacce cinesi verso l’isola. Per la prima volta quest’anno, l’esercitazione in città si è svolta in concomitanza con le Han Kuang, la simulazione delle manovre militari per la difesa dell’isola. Mai come quest’anno, le esercitazioni sono state così estese e hanno coinvolto un numero tanto elevato di persone.
Il Presidente di Taiwan Lai Ching-te, in continuità con l’operato del predecessore, ha stanziato un aumento di budget per la difesa e sta lavorando al miglioramento dell’equipaggiamento dell’esercito. “Quanto più Taiwan sarà preparata a cambiamenti geopolitici e minacce esterne, tanto più sarà al sicuro” ha affermato Lai nella giornata di giovedì, mentre assisteva alla formazione di un ospedale da campo in caso di attacco.
Secondo Ying-Yu Lin, esperto di studi strategici all’Università di Tamkang, questo tipo di esercitazioni aiuta il pubblico a comprendere che “la guerra non è così distante” come potrebbero pensare.
Queste prove di evacuazione sono spesso utilizzate anche per verificare l’efficienza dei sistemi di sicurezza. A proposito, sono sorte polemiche riguardo al cattivo stato di alcuni spazi sotterranei, adibiti a “bunker”: in molti di questi, la ventilazione sarebbe inadeguata e alcuni sarebbero addirittura privi di un’alimentazione elettrica.
Pechino ha definito queste esercitazioni come delle “futili provocazioni” e ha aumentato il numero delle incursioni di aerei militari nello spazio aereo dell’isola.
Il giorno successivo all’esercitazione, la vicepresidente Hsiao Bi-khim ha smentito il carattere provocatorio della simulazione, affermando che Taiwan non cerca lo scontro con la Cina e, anzi, farà tutto il possibile per scongiurare qualsiasi confronto militare. La vice presidente ha poi aggiunto che “la postura aggressiva di Pechino è controproducente e priva gli abitanti di entrambi i Paesi di opportunità di crescita e prosperità”.