Negli ultimi anni, l’Etiopia ha attraversato una fase di turbolenze politiche e conflitti armati che hanno avuto ripercussioni profonde sulla stabilità nazionale e regionale. Tra le principali crisi si distingue il conflitto nella regione del Tigray, che ha preso il via nel novembre 2020 e ha continuato a evolversi nel periodo 2021-2022.
Le tensioni tra il governo centrale di Addis Abeba e il Tigray Governance, dominata dal Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF), sono radicate in anni di contrasti politici, questioni di potere e dispute sul controllo delle istituzioni e delle risorse. La tensione ha raggiunto il culmine quando, in risposta a una disputa sui processi elettorali e alle accuse di abusi di potere, il governo etiope ha deciso di interrompere i rapporti con il TPLF e di adottare un approccio militare per imporre il controllo sulla regione.
L’esplosione del conflitto (2020)
Nel novembre 2020, il governo etiope ha condotto un’offensiva militare contro le forze del TPLF nel Tigray, scatenando un conflitto armato di vasta scala. Questa offensiva ha portato a violenze, violazioni dei diritti umani e a una grave crisi umanitaria, con migliaia di civili costretti a fuggire dalle loro abitazioni e centinaia di persone decedute nel corso dei combattimenti.
Evoluzione della crisi (2021-2022)
Nel 2021, il conflitto si è esteso coinvolgendo anche altre regioni e gruppi armati, complicando ulteriormente la situazione. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per i crimini contro i civili e la mancanza di un rapido accesso umanitario. Nel frattempo, il governo etiope ha dichiarato di voler riconquistare il Tigray, che si era temporaneamente isolata a causa delle ostilità.
Durante questo periodo, sono stati compiuti alcuni tentativi di negoziazione, spesso mediati da partner internazionali, ma senza un successo duraturo. La guerra ha anche alimentato tensioni etniche più ampie e ha coinvolto altre forze di diverse regioni, rendendo la crisi ancora più complessa.
La crisi nel Tigray ha portato a una grave emergenza umanitaria, con milioni di persone bisognose di assistenza alimentare, assistenza sanitaria e protezione. Le conseguenze del conflitto sono state anche un fattore di destabilizzazione regionale, coinvolgendo vicini come l’Eritrea e il Sudan.
Il processo di pace appare ancora incerto, con ripetuti tentativi di negoziazione e cessate il fuoco più o meno temporanei. La comunità internazionale continua a sollecitare una risoluzione diplomatica della crisi e il rispetto dei diritti umani.
La situazione politica in Etiopia, con il conflitto in Tigray come epicentro, rappresenta una delle crisi più complesse e urgenti dell’Africa orientale. La ripresa della stabilità dipende da un impegno congiunto di tutte le parti coinvolte, da un’efficace risposta umanitaria e da iniziative diplomatiche volte a promuovere un negoziato duraturo.