Lo scorso 11 maggio in Albania ci sono state le elezioni che hanno visto confrontarsi il partito di Edi Rama, Partito Socialista (PS), con la coalizione del Partito Democratico (PD) e del Movimento per l’Integrazione (LSI). Il Partito Socialista ha vinto con il 52%, confermando per la quarta volta l’attuale premier, il quale potrà ora contare sulla maggioranza assoluta di 83 seggi su 140. Sebbene vi siano state diverse critiche e accuse di brogli da parte del leader dell’opposizione Salim Berisha, Edi Rama non sembra considerarle una minaccia, dichiarando che la vittoria denota una “voglia di Europa” del suo popolo.
Nel 2009 infatti l’Albania ha fatto richiesta di entrare nella Comunità Europea, iniziando così il processo di integrazione che l’ha vista protagonista di campagne di adattamento al sistema dei diritti umani, delle istituzioni democratiche e dello stato di diritto. Dal 2014, avendo ottenuto lo status di candidata, l’Albania del Partito Socialista si è distinta per i Partenariati pubblico-privati (PPP) che hanno interessato soprattutto il settore delle infrastrutture, favorendo il protagonismo del privato estero negli investimenti interni, oltre che per la diminuzione netta della disoccupazione e per gli accordin internazionali. Dalla vittoria alle elezioni il paese ha ricevuto il riconoscimento dei meriti da parte dell’Unione Europea, che ha aperto le negoziazioni dei capitoli per l’entrata ufficiale.
Il nostro obiettivo è completare questo processo ed essere pronti a bussare alla porta del Consiglio Europeo entro la fine del decennio.
Edi Rama
dichiara Edi Rama in merito, mostrandosi pronto a concludere il progetto di riforme necessarie ad entrare nel diritto europeo.
Oltre alle accuse di brogli elettorali, che per la seconda volta vengono mosse dal capo dell’opposizione nei confronti del Partito Socialista, gli altri freni che potrebbero rallentare l’entrata nell’UE sono: l’alta corruzione, il basso tasso d’indipendenza dei media nel paese e le violazioni in tema di salute ambientale per le infrastrutture. Durante la campagna elettorale infatti, diverse manifestazioni di protesta hanno accompagnato l’inaugurazione precoce dell’aereoporto di Valona per la sua posizione in un’area protetta che ne mina la biodiversità: un’apertura che strizza l’occhio al turismo in sacrificio della fauna locale. Inoltre, nel gennaio 2024 il sindaco di Tirana (socialista, molto vicino a Edi Rama) era stato accusato di corruzione per delle irregolarità negli appalti pubblici in favore della società 5D Konstruksion, società di sconosciuti proprietari e spuntata dal nulla. Infine, il ban di Tik Tok che il premier ha indetto per motivi di sicurezza da marzo 2025 è stato contestato dall’associazione dei giornalisti albanese che ha intenzione di portare il caso alla Corte di Cassazione.
In questi anni poi sono stati diversi i tentativi di Edi Rama di mantenere e creare relazioni internazionali vantaggiose, dagli accordi con Giorgia Meloni per la costruzione di due centri detentivi di migranti in opposizione alle proprie stesse linee di partito (“Io ho la mia idea di socialismo europeo”, ha dichiarato Rama a riguardo), alle attività di lobbying con un’azienda di Donald Trump durante la campagna elettorale, oltre all’assunzione dell’ex consigliere del presidente americano Chris LaCivita per la gestione della stessa. L’obiettivo dell’entrata nell’Unione Europea è quindi dipendente dalla capacità del quattro volte premier Rama di intessere relazioni per la comunicazione, esternalizzazione delle frontiere europee e promozione di finanziamenti di dubbia origine. Dal canto suo, l’UE ha riaperto i piani di integrazione dell’Albania solo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avendoli in precedenza respinti per tre volte, sostenendo la necessità di mantenere comunque alti gli standard di ammissione.