Nella serata di sabato 7 giugno, la portaerei cinese Liaoning, accompagnata da due cacciatorpediniere e da una nave da rifornimento, si è addentrata nella Zona Economica esclusiva (EEZ) del Giappone, secondo quanto riportato dal ministro della difesa giapponese.
L’intrusione è avvenuta a circa 300 chilometri dall’isola di Minamitori, sede di una base militare giapponese. Questa mossa di Pechino ha alimentato le preoccupazioni di Tokyo e Washington, allarmate da atteggiamento sempre più assertivo della Cina nelle spazio marittimo e aereo giapponese.
Cina e Giappone sono protagonisti di una disputa territoriale pluridecennale per l’amministrazione delle Isole Senkaku (note con il nome di Diaoyu in Cina), attualmente controllate da Tokyo, ma rivendicate da Pechino.
Secondo un portavoce del Ministro della difesa giapponese, si tratta della la prima volta che si registrano movimenti di navi militari cinesi nei pressi dell’Isola di Minamitori. “Riteniamo che l’esercito cinese stia cercando di migliorare le sue capacità operative e le sue abilità a condurre operazioni in aree distanti (dal proprio territorio)” ha dichiarato in un’intervista all’agenzia AFP.
Dopo aver lasciato la zona, il gruppo di navi ha condotto esercitazioni di decollo e atterraggio con elicotteri militari e aerei da combattimento. La risposta del governo giapponese è stata immediata, con l’invio del cacciatorpediniere Haguro per monitorare attentamente la situazione.
Sebbene l’isola sia disabitata, al suo interno ospita personale dell’agenzia metereologica giapponese e membri delle Forze di auto-difesa (esercito giapponese) e della Guardia Costiera. Inoltre, l’isola è circondata da un vasto giacimento di metalli rari, in particolare manganese, considerato da molte nazioni come metallo critico per il suo impiego nel settore militare e tecnologico.
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L’incursione di sabato si inserisce in una seria di manovre cinesi nelle acque giapponesi. Il mese scorso, la stessa portaerei Liaoning era entrata illegalmente nelle acque a Sud del Giappone, mentre a Settembre si era avvicinata alle isole Yonaguni e Iriomote, vicine a Taiwan, spingendosi fino a 24 miglia nautiche (circa 45 km) dalla costa nipponica.
Non è chiaro se il governo giapponese abbia inoltrato una nota diplomatica ufficiale a Pechino. Il segretario capo di gabinetto, Yoshimasa Hayashi, ha dichiarato solo che il governo avrebbe provveduto a trasmettere un “messaggio appropriato alla controparte cinese”.