News dal Medio Oriente
Nelle ultime ore, la regione del Medio Oriente è stata scossa da nuove tensioni dopo che si è diffusa la notizia di un presunto attacco israeliano contro sit-in nucleari in Iran, chiamato “Operazione Rising Lion”. Secondo fonti non ufficiali, l’operazione avrebbe coinvolto un raid mirato a destabilizzare le infrastrutture nucleari iraniane, con un impatto potenzialmente significativo sulla sicurezza regionale.
Discorso completo del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump al Foro di Investimento Arabia Saudita-Stati Uniti presso il Centro Congressi Internazionale King Abdulaziz a Riad, Arabia Saudita, 13 maggio 2025.
Il sistema politico del Libano è uno dei più complessi e articolati del Medio Oriente, caratterizzato da un delicato equilibrio tra le diverse comunità religiose e etniche del paese. Basato su un sistema confessionale, esso distribuisce le cariche pubbliche in modo proporzionale tra musulmani sunniti, sciiti, cristiani maroniti, greco-ortodossi e altre comunità, al fine di mantenere la pace tra i vari gruppi. Questa struttura, concepita per favorire la rappresentanza e la tutela delle identità confessionali, ha tuttavia generato da un lato stabilità istituzionale e dall’altro profonde tensioni politiche, lotte di potere e crisi ricorrenti. Le alleanze, le rivalità e le influenze regionali giocano ruoli fondamentali nel definire la scena politica del paese. Di fronte a sfide come corruzione, instabilità economica e pressioni internazionali, la politica libanese è spesso un fragile equilibrio tra dialogo e conflitto, riflettendo le complessità di una società multiculturale e polifronte.
Nella notte l’attacco alle città e ai siti nucleari degli ayatollah. Alcune ore dopo la vendetta iraniana: almeno cento missili lanciati, forti esplosioni e colonne di fumo in centro a Tel Aviv, boati a Gerusalemme. “Apriremo a Israele le porte dell’inferno” aveva detto il nuovo capo dei pasdaran prima del contrattacco. Il mondo col fiato sospeso, convocato il Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, il Kuwait sta vivendo un aumento del controllo autoritario, con oltre 42.000 cittadini che hanno perso la nazionalità da settembre 2024. Queste azioni, condotte sotto il governo dell’emiro Meshaal Al-Ahmad Al-Sabah, hanno suscitato preoccupazioni per l’assenza di supervisione giuridica e il crescente utilizzo del decreto esecutivo per disciplinare l’opposizione e ridefinire l’identità nazionale del Paese.
Nel contesto di un mondo in rapida evoluzione, molte nazioni stanno lanciando piani strategici ambiziosi per garantire uno sviluppo sostenibile e innovativo entro il 2030. Tra questi, il progetto Vision 2030 si distingue per l’obiettivo di trasformare economie, società e ambienti, affrontando con determinazione le sfide climatiche, digitali e sociali del XXI secolo.
Le tensioni tra queste fazioni spesso sfociano in scontri armati, attentati e manifestazioni di protesta che minano la stabilità del paese. La crescita di gruppi estremisti e il rischio di infiltrazioni di milizie straniere complicano di gran lunga un panorama già difficile. Inoltre, la crisi economica senza precedenti ha accentuato il malcontento popolare, provocando proteste di massa contro i partiti tradizionali e aumentando la vulnerabilità del paese a influenze esterne e destabilizzanti.
Nelle ultime ore, la regione del Medio Oriente è stata scossa da nuove tensioni dopo che si è diffusa la notizia di un presunto attacco israeliano contro sit-in nucleari in Iran, chiamato “Operazione Rising Lion”. Secondo fonti non ufficiali, l’operazione avrebbe coinvolto un raid mirato a destabilizzare le infrastrutture nucleari iraniane, con un impatto potenzialmente significativo sulla sicurezza regionale.
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