Dopo gli scontri al confine tra India e Pakistan, le relazioni tra il governo turco e quello indiano sono peggiorate in modo significativo. Alla base del risentimento indiano, c’è il crescente supporto politico e militare di Ankara al governo di Islamabad: secondo fonti ufficiali, infatti, durante la controffensiva pakistana del 7 maggio, alcuni membri del personale militare turco sarebbe stato coinvolto e l’esercito di Islamabad avrebbe utilizzato droni di fabbricazione turca per attaccare il territorio indiano.
Sebbene il sostegno turco alle rivendicazioni pakistane sulla regione del Kashmir non sia una novità, questa sarebbe la prima volta in cui tale supporto assume una dimensione operativa e non solo politica. La risposta del governo Modi è stata immediata: l’India ha revocato alcune licenze ad aziende di sicurezza turche operanti nel Paese e ha sospeso a tempo indeterminato il portale di notizie turco TRT Global, considerato vicino al governo di Erdoğan.
Anche la popolazione indiana ha reagito duramente: sui social, è stata lanciata una campagna di boicottaggio ai danni della Turchia, accompagnata dall’hashtag #BoycottTurkiye. La campagna sembra aver prodotto gli effetti desiderati: dopo gli attacchi del 7 maggio, l’All India Consumer Products Distributors Federation, che si occupa di rifornire oltre 13 milioni di punti vendita nel Paese, ha dichiarato di voler aderire al boicottaggio di tutte le merci prodotte in Turchia. La campagna sembra aver colpito anche il turismo: il co-fondatore della piattaforma di viaggi EaseMyTrip, Rikant Pittie, ha dichiarato in un’intervista al The Straits Times, le cancellazioni di biglietti aerei per la Turchia sono aumentate del 22%, rispetto alla settimana precedente agli scontri.
Il clima di ostilità ha avuto ripercussioni anche in ambito accademico: secondo quanto riportato da The Diplomat, diverse università indiane hanno sospeso gli accordi e programmi di scambio con le università turche.
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Le preoccupazioni indiane, tuttavia, non si limitano alla sola Turchia. Nello stesso periodo, sono state avviate anche altre campagne di boicottaggio nei confronti dell’Azerbaijan, il cui Presidente Aliyev ha più volte condannato l’attacco indiano, a sostegno del Pakistan. L’asse trilaterale tra Turchia, Pakistan e Azerbaijan, che collabora attivamente dal 2020 nel settore della difesa e della sicurezza, viene considerato da New Delhi come una minaccia diretta alla stabilità regionale.
In risposta a questa crescente alleanza, l’India ha accelerato la propria cooperazione strategica con l’Armenia, siglando nuovi accordi sul trasferimento di armamenti e rafforzando la sua presenza nel Caucaso.
Ad ogni modo, il coinvolgimento del Presidente turco Erdoğan non è da ricondurre ad un calcolo strategico strettamente militare, quanto invece alla volontà del presidente turco di affermarsi come leader della Ummah (comunità globale dei musulmani). La sua posizione a favore del Pakistan sul Kashmir si inserisce in una strategia di politica estera che mira a consolidare l’immagine della Turchia come difensore delle cause islamiche nel mondo.
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Nonostante il deterioramento dei rapporti, una rottura totale tra India e Turchia rimane poco probabile. Gli scambi commerciali tra i due Paesi sono cresciuti in modo significativo negli ultimi anni ed hanno resistito anche a precedenti periodi di tensioni politiche. In questo senso, è più probabile che il futuro sia caratterizzato da una fase di “ostilità controllata”, in cui i rapporti economici continueranno, ma su un terreno politico diffidente. Gli ultimi avvenimenti confermano un trend già in corso negli ultimi anni: un progressivo allontanamento politico tra India e Turchia, accompagnato dalla formazione di nuove alleanze regionali e strategiche.