Il Medio Oriente è una delle regioni più complesse e strategicamente rilevanti del mondo, crocevia di religioni, culture e interessi geopolitici. Al centro di questa complessità si trova Israele, uno Stato giovane dal punto di vista istituzionale, ma profondamente radicato nella storia dell’umanità. La nascita dello Stato d’Israele nel 1948 ha rappresentato uno spartiacque nella storia moderna, innescando una lunga serie di conflitti e trasformazioni nella regione. Comprendere la storia d’Israele significa anche comprendere le profonde dinamiche che animano il Medio Oriente.
La Fondazione dello Stato d’Israele
Il 14 maggio 1948, dopo il ritiro britannico e su decisione delle Nazioni Unite, Israele proclamò la propria indipendenza. Il giorno seguente, cinque Stati arabi (Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq) attaccarono il nuovo Stato, dando inizio alla prima guerra arabo-israeliana. Israele vinse il conflitto e ampliò i confini previsti dal piano ONU. Più di 70.000 palestinesi fuggirono o furono espulsi, dando origine alla questione dei rifugiati palestinesi, ancora irrisolta.
Conflitti, occupazioni e accordi
Nei decenni successivi, Israele fu coinvolto in numerosi conflitti. Nel 1956 ci fu la Crisi di Suez quando Israele, con l’appoggio di Francia e Regno Unito, attaccò l’Egitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez. Nel 1967 scoppiò la Guerra dei Sei Giorni: Israele conquistò la Cisgiordania, Gaza, il Golan siriano e il Sinai egiziano. Nel 1973 scoppiò la Guerra del Kippur dopo un attacco a sorpresa da parte di Egitto e Siria che portò si a gravi perdite da entrambe le parti, ma che si concluse con la vittoria di Israele. Queste guerre portarono ad una lunga occupazione militare dei territori palestinesi, alimentando l’odio e la resistenza. Nel 1979, Israele firmò la pace con l’Egitto con la stipula degli Accordi di Camp David sotto la mediazione degli Stati Uniti e dell’allora Segretario di Stato statunitense, Henry Kissinger. Gli Accordi di Oslo del 1993 tra Israele e l’OLP furono il primo tentativo di concreto di risolvere la questione palestinese, ma i successivi fallimenti e le violenze delle Intifada resero il processo fragile.
Israele oggi: normalizzazione e instabilità
Negli ultimi anni Israele ha cercato di normalizzare le relazioni con il mondo arabo. Con gli Accordi di Abramo del 2020, Emirati Arabi, Bahrein, Sudan, Marocco hanno riconosciuto Israele, segnando un cambiamento storico. Il conflitto con i palestinesi resta ancora irrisolto. La situazione a Gaza, controllata da Hamas, e in Cisgiordania, con gli insediamenti israeliani, violenze e crisi umanitarie. Come ampiamente analizzato in altri articoli, le relazioni con l’Iran restano tese anche dopo la fine della Guerra dei 12 giorni, a causa del programma nucleare iraniano e del sostegno di Teheran a gruppi ostili a Israele come Hezbollah in Libano.
La storia di Israele in Medio Oriente è intrecciata con le speranze e le tragedie di due popoli: quello ebraico e quello palestinese. Israele ha saputo svilupparsi economicamente, militarmente e tecnologicamente in un contesto ostile, ma il sogno della coesistenza pacifica rimane lontano. Le sfide del presente definiranno il futuro della regione. E, forse un giorno, apriranno una strada concreta verso una pace duratura.