Nonostante le crescenti pressioni da parte della comunità internazionale e le condanne sulla guerra in Ucraina, la Serbia ha scelto di mantenere stretti legami con la Russia, rifiutando di imporre sanzioni e di distanziarsi da Mosca. Questa relazione risale già alla crisi del 2014, quando Belgrado si oppose alle sanzioni europee e statunitensi contro la Russia, rafforzando così un legame storico e strategico.
Fattori Economici e Energetici
Uno dei motivi principali di questa vicinanza riguarda la dipendenza energetica della Serbia dalla Russia. La compagnia russa Gazprom detiene una quota significativa nella società energetica serba NIS, e nel 2022 è stato firmato un contratto triennale tra le due aziende, con un’ulteriore prospettiva di rinnovo. Grazie a questo accordo, il prezzo del gas in Serbia è tra i più bassi in Europa, offrendo benefici economici sostanziali al paese. Questo legame energetico rappresenta un elemento cruciale che motiva la Serbia a mantenere una posizione di neutralità rispetto alle pressioni occidentali, preferendo continuare la cooperazione con Mosca.
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Iniziative di Cooperazione e Fattori Culturali
Oltre al settore energetico, Serbia e Russia stanno cercando di incrementare la loro collaborazione su altri fronti: agricoltura, robotica, infrastrutture, macchinari, alta tecnologia, informatica, digitalizzazione e innovazione. Diversi accordi sono stati avanzati per favorire uno scambio di competenze e risorse che possa rafforzare entrambe le economie e i settori strategici.
Ma i legami tra i due paesi vanno oltre gli aspetti economici e tecnici. La vicinanza tra Serbia e Russia si fonda anche su una solida base storica, culturale e religiosa. Entrambi sono nazioni slave con radici ortodosse, condividendo un senso di fraternità e solidarietà. Questo legame identitario si manifesta anche nel sostegno russo alle posizioni serbe sul Kosovo, che concepisce come parte integrante della Serbia, e nella solidarietà rispetto a temi di rilevanza storica e culturale.
Controversie e Critiche Internazionali
Recentemente, la partecipazione del presidente serbo Aleksandar Vučić alla parata del Giorno della Vittoria a Mosca, il 9 maggio 2025, ha suscitato numerose critiche da parte dell’Unione Europea. Bruxelles ha sottolineato la necessità che la Serbia si allinei alla politica estera europea, condannando la guerra in Ucraina e applicando sanzioni contro la Russia. Tuttavia, questa richiesta si scontra con i fattori di natura economica e culturale sopra evidenziati: la dipendenza energetica, i legami storici e i sostegni politici fanno sì che, almeno per ora, il governo serbo preferisca mantenere una posizione di equilibrio ed evitare un allineamento totale con l’Occidente.
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Il rapporto tra Serbia e Russia si configura come un equilibrio complesso tra interessi strategici, economici e identitari. La forte interdipendenza energetica e l’eredità storico-culturale rendono difficile un distacco rapido dalla Moscа, anche alla luce delle pressioni esterne.
In un contesto internazionale caratterizzato da tendenze di compromissione e di rivalutazione degli schieramenti, la Serbia sembra preferire mantenere un’ambigua posizione di neutralità attiva. Tuttavia, le dinamiche di questo rapporto rimangono soggette a mutamenti, influenzate dalle evoluzioni della scena geopolitica globale e regionale.