Negli ultimi mesi si stanno intensificando una serie di scontri al confine tra l’Indonesia e la Papa Nuova Guinea, tra l’esercito indonesiano (TNI) e l’ala armata del Free Papua Movement (OPM), il West Papua National Liberation Army. Nel solo mese di aprile, 16 persone sono state uccise dal movimento indipendentista, che rivendicava attività di spionaggio da parte dell’esercito di Jakarta. In risposta, il TNI ha lanciato l’Operazione Habema (dal nome del villaggio interessato dagli scontri) e ha dichiarato di aver eliminato 20 membri dell’OPM, durante degli scontri avvenuti il 14 maggio.

Secondo la Papua Foundation, nel solo 2024 oltre 70mila abitanti sono stati rimasti sfollati a causa dello scoppio delle violenze.

Diversi membri dei partiti di opposizione hanno denunciato quanto accaduto nella regione, sollecitando il governo del neo-eletto Presidente Prabowo Subianto ad intervenire per evitare un’ulteriore escalation. “Non dobbiamo prolungare le tensioni in Papua” ha detto Tubagus Husanuddin, membro dell’Indonesian Democratic Party of Struggle. “Se il governo continua ad ignorare la questione, non è impossibile che un giorno la regione decida di staccarsi dall’Indonesia. Tutti i partiti devono dare la giusta attenzione alla questione”.

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Gli scontri nella regione non sono una novità: il controverso plebiscito del 1969, in cui venne richiesto agli abitanti della Papua se volessero essere parte dell’Indonesia, si concluse con una netta vittoria del “sì”, con un voto unanime dei 1025 abitanti selezionati dal regime di Suharto. Questa votazione alimentò decenni di risentimento nella regione, ricca delle più grandi miniere di rame e oro al mondo e sede del giacimento di gas più grande del Paese.

Tuttavia, gli scontri si sono intensificati recentemente, in particolare dal 2022, quando l’ex Presidente Joko “Jokowi” Widodo ha proposto la suddivisione della regione da 2 a 6 province. Secondo l’ex presidente, il cui mandato è terminato ufficialmente nel 2024, la misura era necessaria per accelerare lo sviluppo della Papua, storicamente sotto-sviluppata e scarsamente popolata. Negli ultimi anni, i decessi legati agli scontri sono aumentati significativamente (circa 80 nel 2023), colpendo in particolar modo la popolazione civile.

Nonostante i governi di Widodo e Prabowo abbiano tentato di promuovere iniziative per sostenere la sicurezza alimentare della regione, gli abitanti hanno più volte rifiutato questo tipo di approccio, percependolo come scollegato dai reali bisogni della comunità.

La Papua è sotto il controllo militare da decenni e la recente operazione Habema sembra essere un tentativo di militarizzare ulteriormente la regione. Tuttavia, il portavoce dell’esercito Maj. Gen. Kristomei Sianturi ha respinto le accuse in un’intervista a Nikkei Asia, sostenendo che la priorità dell’esercito è la protezione dei civili.

Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno più volte denunciato l’uso della forza da parte dell’TNI per reprimere le istanze indipendentiste papuane, inclusi episodi di violenza contro proteste pacifiche di studenti e attivisti.

Hasanuddin, membro dell’opposizione, ha ribadito l’importanza del dialogo con i leader della regione, allo scopo di evitare che gli scontri s’intensifichino.

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Bergamasco di origine, ho una laurea triennale in Scienza della Comunicazione, con specialistica in Studi dell'Africa e dell'Asia presso l'Università di Pavia. Dopo un periodo di 3 mesi in Malaysia, mi sono innamorato dell'Asia e del Sud-est asiatico al punto da volerne parlare continuamente.

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