Nel complesso mosaico geopolitico del Medio Oriente, i rapporti tra Russia e Israele rappresentano uno degli equilibri più ambigui e strategicamente delicati. Sebbene storicamente distanti e spesso in contrasto durante la Guerra Fredda, Mosca e Tel Aviv hanno negli ultimi anni mantenuto canali di comunicazione aperti e cooperazione tattica, pur trovandosi oggi su fronti opposti su diversi scenari del conflitto mediorientale. Con l’escalation del conflitto tra Israele e Hamas, e il coinvolgimento crescente dell’Iran, il ruolo della Russia è tornato sotto i riflettori. Mosca cerca di capitalizzare il caos per rafforzare la propria influenza in Medio Oriente, bilanciando rapporti con attori tra loro ostili: Israele, Iran, Siria, Hezbollah e i Paesi del Golfo.
Le relazioni storiche tra Russia e Israele
Dagli anni Novanta in poi, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, le relazioni tra Russia e Israele si sono normalizzate. La presenza di circa un milione di cittadini israeliani di origine russa ha contribuito a creare un legame culturale e umano importante. Israele e Russia hanno stabilito meccanismi di de-confliction militare, in particolare in Siria, dove Israele colpisce regolarmente obiettivi iraniani senza provocare risposte russe. Mosca, pur sostenendo il regime di Assad in Siria, ha tollerato in larga parte le operazioni israeliane, preferendo mantenere una posizione di equilibrio.
Il ruolo della Russia nel conflitto israelo-palestinese
Durante l’attuale conflitto tra Israele e Hamas, intensificatosi dopo l’attacco del 7 ottobre 2023 e proseguito nel 2024 e 2025, la posizione della Russia è apparsa ambigua: Mosca ha condannato le vittime civili a Gaza, criticando la reazione israeliana come sproporzionata.
Ha rafforzato i legami diplomatici con Hamas, ricevendo delegazioni a Mosca, una mossa interpretata come una sfida diretta agli Stati Uniti e a Israele. Parallelamente, non ha interrotto del tutto i rapporti con Israele, mantenendo attivi i canali diplomatici. La Russia si propone come “mediatore alternativo” agli Stati Uniti, cercando di erodere l’influenza americana in Medio Oriente.
L’Iran, alleato chiave della Russia e nemico di Israele
L’elemento più critico è l’alleanza strategica tra Russia e Iran. L’Iran fornisce droni kamikaze (Shahed) alla Russia, utilizzati nel conflitto in Ucraina. In cambio, Mosca ha fornito a Teheran tecnologie militari avanzate e supporto politico. Entrambi i Paesi condividono l’obiettivo di minare l’ordine internazionale dominato dagli Stati Uniti. Questa cooperazione ha rafforzato l’Asse della Resistenza (Iran, Hezbollah, Siria, Hamas), che rappresenta una minaccia esistenziale per Israele. Il silenzio o il sostegno tacito di Mosca verso questi attori alimenta tensioni crescenti con Tel Aviv.
Implicazioni per il Medio Oriente e l’ordine globale
Erosione dell’egemonia americana
Il sostegno della Russia ad attori anti-Israele si inserisce in una strategia più ampia per minare l’egemonia occidentale in Medio Oriente, a vantaggio di un ordine multipolare.
Escalation del conflitto regionale
Il rischio di un conflitto su larga scala (Israele contro Iran-Hezbollah) aumenterebbe la pressione su Mosca, chiamata a scegliere tra neutralità tattica e sostegno agli alleati regionali.
La competizione con la Cina
Mentre Pechino mantiene una posizione più economica e neutrale, Mosca cerca visibilità e influenza militare e diplomatica, con potenziali frizioni anche con altri attori non occidentali. I rapporti tra Russia e Israele oscillano tra cooperazione tattica e antagonismo strategico. L’ambizione russa di giocare un ruolo da protagonista in Medio Oriente entra sempre più in contrasto con gli interessi vitali israeliani. Tuttavia, una rottura totale non è nell’interesse di nessuna delle due parti. Il futuro di questi rapporti dipenderà dall’evoluzione del conflitto a Gaza, dalla resistenza di Israele a un’escalation regionale, e dalla capacità della Russia di equilibrare le proprie ambizioni globali con la realtà di alleanze complesse e spesso contraddittorie.
