In un’operazione militare e clandestina senza precedenti, Israele ha lanciato una serie di attacchi mirati contro obiettivi militari e scientifici iraniani, segnando l’inizio dell’operazione denominata Rising Lion. Oltre ai raid aerei contro infrastrutture strategiche come sistemi di difesa aerea e nodi di comando, le forze israeliane hanno portato avanti Operation Narnia, un’azione segreta volta a eliminare nove tra i più importanti scienziati nucleari iraniani simultaneamente, mentre si trovavano nelle loro abitazioni. Un decimo scienziato è stato ucciso successivamente.
Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana N12, il successo di questa operazione dipendeva da un’arma segreta, il cui funzionamento rimane classificato. Le autorità israeliane non hanno rivelato dettagli sul dispositivo, ma l’operazione conferma l’uso di tecnologie avanzate per colpire obiettivi ad alto valore strategico senza mettere a rischio personale sul terreno.
L’obiettivo: le menti dietro il programma nucleare iraniano
Gli scienziati eliminati rappresentavano decenni di esperienza e conoscenze critiche nei campi dell’ingegneria nucleare, fisica, ingegneria chimica e materiali. Tra loro figurano esperti come Fereydoon Abbasi e Mohammad Mehdi Tehranchi, coinvolti da decenni nello sviluppo del programma nucleare e delle capacità belliche iraniane.
Le autorità israeliane hanno sottolineato che la perdita di questi esperti avrà effetti a lungo termine, sottolineando che la conoscenza accumulata in 20-40 anni non è facilmente sostituibile. “Queste persone erano irrinunciabili. È impossibile ricreare le loro competenze in tempi brevi, se non impossibile del tutto,” ha dichiarato un alto ufficiale israeliano.
Tecnologie e tattiche avanzate
Sebbene i dettagli siano censurati, fonti suggeriscono che l’operazione abbia potuto avvalersi di missili guidati Rafael Spike, droni suicidi altamente manovrabili e altri sistemi di attacco remoto, capaci di colpire con precisione obiettivi in contesti urbani complessi. Mossad avrebbe inoltre predisposto siti di assemblaggio di UAV a Isfahan, a circa 200 miglia a sud di Teheran, equipaggiati con esplosivi e dispositivi da sabotaggio.
Israele ha già una lunga storia di operazioni simili, come l’eliminazione di Mohsen Fakhrizadeh nel 2020 tramite una mitragliatrice remota installata su un veicolo. Tattiche di questo tipo combinano tecnologia avanzata, precisione chirurgica e intelligence a lungo termine, riducendo al minimo il rischio per le proprie forze.
Strategia di primo impatto
L’operazione Narnia è stata orchestrata come colpo iniziale del conflitto, per impedire agli scienziati di fuggire o ricevere allarmi. Israele ha monitorato i target per anni tramite ricercatori e analisti esperti nell’arena iraniana, preparando un piano che ha richiesto oltre un decennio di sorveglianza e raccolta dati.
Conseguenze geopolitiche e strategiche
Questo tipo di operazioni segnala un livello di sofisticazione senza precedenti nella guerra cibernetico-tecnologica e nei raid mirati. La rimozione delle menti chiave del programma nucleare iraniano non solo rallenta i progressi scientifici, ma invia un messaggio strategico chiaro: Israele è pronto a utilizzare strumenti non convenzionali per proteggere i propri interessi nazionali.
Il mondo resta in attesa di ulteriori dettagli, ma ciò che emerge chiaramente è un approccio combinato di intelligence, tecnologia avanzata e operazioni clandestine che potrebbe definire la nuova frontiera della guerra moderna.