Le recenti notizie provenienti dall’Iran stanno alimentando un clima di crescente incertezza e instabilità nel paese, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini della Repubblica islamica. A rendere la situazione ancora più complessa è la notizia, diffusa dal sito d’opposizione “Iran International” con sede a Londra, secondo cui l’ayatollah Ali Khamenei avrebbe delegato parte significativa dei suoi poteri al Consiglio supremo del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC). Questa delega di poteri, insieme alla presunta posizione nascosta del Leader Supremo in un bunker sotterraneo, segnala un possibile punto di svolta nella leadership del paese.
Una Leadership Sotto Tensione
Khamenei, che detiene il potere supremo in Iran da oltre tre decenni, si trova oggi al centro di molteplici crisi: la pressione internazionale sulle sue politiche nucleari, le proteste interne, il crescente isolamento diplomatico e le tensioni militari con Israele e altre potenze regionali. La percezione di una possibile abdicazione o di una transizione forzata del potere, avvenuta attraverso la delega di responsabilità a una leadership più militarizzata, rischia di modificare radicalmente gli equilibri di potere nel paese.
Il ruolo dei Guardiani della Rivoluzione
Il IRGC, temuto e spesso considerato il cuore pulsante del potere militare e politico dei pasdaran, negli ultimi anni ha rafforzato la sua influenza nei diversi aspetti della vita nazionale, dalla politica alla sicurezza economica. La presunta delega di poteri dall’ayatollah Khamenei al Consiglio del IRGC potrebbe indicare una preferenza per una leadership più militarizzata, o perlomeno una distinzione di ruoli più netta tra la componente religiosa e quella militare del regime.
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Un Leader Nascosto, una Transizione Potenziale
Secondo le fonti di “Iran International,” Khamenei si troverebbe attualmente nascosto in un bunker a Lavizan, a nord-est di Teheran, assieme alla sua famiglia. Questa situazione alimenta teorie e preoccupazioni sulla stabilità del regime, mentre alcuni analisti interpretano questa mossa come un segnale di una possibile abdicazione di fatto o di una transizione di potere verso una leadership più militarizzata, dominata dai pasdaran.
Implicazioni per la Stabilità Interna ed Esterna
Se questa ipotesi trovasse conferma, potrebbe segnare un mutamento profondo nel modo in cui l’Iran viene governato. Una leadership molto più vicina ai militari potrebbe istigare reazioni diverse sia all’interno che all’esterno del paese. Internamente, potrebbero aumentare le tensioni tra le fazioni più religiose e quelle più militari, con possibili ripercussioni sulla stabilità sociale. Sul piano internazionale, una transizione di questo tipo potrebbe modificare il calcolo strategico di attori come Stati Uniti, Israele e le potenze arabe, innescando possibili escalation o negoziati più complessi.
L’attuale crisi in Iran si presenta come uno dei momenti più delicati e incerti della storia recente del paese. La presunta delega di poteri dall’ayatollah Khamenei al nucleo militare dei pasdaran rappresenta un elemento che potrebbe indicare un cambio di paradigma nel regime, con ripercussioni che si attenderanno sui rapporti regionali e sulla stabilità interna. La comunità internazionale, così come gli osservatori della regione, dovrà mantenere alta l’attenzione per monitorare gli sviluppi di questa delicata fase di transizione.