La Guinea-Bissau, uno dei paesi più piccoli e meno sviluppati dell’Africa occidentale, sta attraversando una delle sue stagioni più drammatiche di instabilità istituzionale e crisi sociale. Dopo decenni di conflitti, colpi di stato e governi instabili, il paese si trova oggi al centro di una crisi politica aperta, aggravata dall’emergenza sanitaria.
L’ultima crisi politica: una lotta per il potere senza fine
Le elezioni del 29 dicembre scorso, hanno acceso nuove tensioni tra le diverse fazioni politiche. Umaro Sissoco Embaló, che ha dichiarato di aver ottenuto la maggioranza, si è immediatamente autoproclamato presidente, scatenando le accuse di frode da parte del suo sfidante, Domingos Simões Pereira. La crisi si è intensificata con l’intervento del Parlamento e con la proclamazione temporanea di un presidente ad interim, che si è dimesso sotto minacce di morte, lasciando il paese senza una guida stabile. Tale lotta per il potere ha mostrato tutte le fragilità delle istituzioni guineensi, già minate da anni di instabilità. La mancanza di riconoscimento internazionale e la difficoltà di formare un governo legittimo si sono tradotte in un paese senza una direzione precisa, incapace di affrontare le emergenze di ordine sanitario, sociale ed economico.
La Guinea-Bissau si trova in grave difficoltà sanitaria a causa di un sistema sanitario estremamente precario con ripercussioni devastanti sulla già fragile economia di sussistenza della popolazione locale. Con circa il 70% della popolazione che vive in condizioni di povertà, molte famiglie in Guinea-Bissau rischiano la fame e la disperazione, mentre le malattie comuni come malaria o infezioni respiratorie continuano a mietere molte vittime, spesso senza un’adeguata assistenza. La situazione delle donne è particolarmente grave: molte partoriscono ancora in casa, senza assistenza sanitaria e con un tasso di mortalità materna tra i più alti al mondo, pari a circa 667 decessi ogni 100.000 donne.
Sfide strutturali di un paese in crisi
Il sommarsi di instabilità politica, povertà diffusa e mancanza di servizi base, rende la Guinea-Bissau uno dei paesi più vulnerabili di tutta l’Africa. Il suo prodotto interno lordo pro capite di circa 2.000 dollari e la diffusione di malnutrizione e mortalità infantile tra i più elevati testimoniano una realtà gravemente precaria. Il paese, spesso utilizzato come base di traffico di droga e con istituzioni fragili, ha bisogno di interventi strutturali e di una stabilità politica duratura per poter affrontare le sue sfide principali. Solo investendo in sanità, istruzione e sviluppo economico potrà intravedersi una via d’uscita da questa crisi complessa.
La Guinea-Bissau si trova in una fase cruciale del suo percorso storico, dove la stabilità e la pace sono indispensabili per il riscatto sociale e politico. La comunità internazionale deve continuare a sostenere il paese, incentivando il dialogo tra le parti e promuovendo riforme che possano restituire fiducia e speranza a una delle nazioni più sofferenti dell’Africa.
